Sono sempre stata affascinata da questo mondo chiamato MODA e sin da piccola osservavo e cercavo di capire la costruzione dei capi che indossavo. Crescendo ho iniziato a studiare modellistica e i trend della moda per non abbandonare questo mio interesse e iniziare a concretizzare il mio sogno più grande, cioè quello di diventare una fashion designer.
Questo mi permette di disegnare modelli selezionando i materiali dalle loro caratteristiche che siano colori, tessuti, stili, creando collezioni capaci di anticipare le stagioni e cavalcare le tendenze ma soprattutto di soddisfare le esigenze del cliente.
Per distinguere la qualità e rifinitura in un abito faccio molta attenzione ai dettagli che lo compongono. Parto dal tessuto senza sottovalutare le cuciture, valuto poi la regolarità dei punti, soprattutto nelle zone critiche dove le cuciture lavorano di più o sono in continua tensione, come spalle, sotto manica e interno gamba.
Non mi soffermo solo sull'aspetto del tessuto ma do particolare importanza al tatto e soprattutto a quello che mi trasmette passandolo tra le mani. Solitamente un tessuto di buona qualità risulta morbido e confortevole e “profumerebbe di buono”.
In un secondo momento mi soffermo a leggere l’etichetta ma solo come ulteriore conferma della mia tesi.
Inizialmente il mio occhio si concentra sullo stile dell’indumento, poi sul tessuto, colore, tagli e vestibilità anche per valutare il rapporto qualità/prezzo.
La prima cosa che faccio per riconoscere un tessuto naturale da une sintetico è toccarlo:
• un tessuto naturale è più caldo, più gradevole e morbido al tatto, ha un colore più brillante;
• i tessuti sintetici risultano più duri e “croccanti” e i colori sono più lucidi ma meno brillanti.
In maniera molto più semplice e dozzinale si potrebbe provare con una fiamma. Il tessuto naturale difficilmente si infiamma mentre invece quello sintetico è altamente infiammabile.
Si esistono tante fibre sintetiche di qualità tipo la viscosa o il modal, la cosa importate è utilizzare i tessuti in maniera corretta per valorizzare il capo e chi lo indossa
Negli ultimi anni mi capita spesso di vedere capi realizzati con tessuti “eco-friendly” anche se sinceramente non ne conosco bene la durata.
Potremmo partecipare tutti ad una moda ecosostenibile cominciando innanzitutto a prolungare la vita ai capi che facciamo entrare nel guardaroba, soprattutto acquistando capi di qualità e non usa e getta. Gli armadi sono pieni di capi fast fashion, ma se curiamo anche questi ultimi, soprattutto in termini di lavaggio, già siamo a buon punto.
Un’altra cosa che ultimamente è diventatala di tendenza è il Recycling messo in opera anche da molti brand famosi.
Secondo me un marchio non garantisce la qualità. La qualità parte dal tessuto e dal modello.
Se poi un capo di un brand conosciuto ha tutte le caratteristiche che ho evidenziato sopra, a mio parere è anche un capo di qualità.
L’houte couture è stagionale e presenta due volte l'anno la collezione a differenza del prêt à porter che sfila l'anno successivo.
L’houte couture è l'origine della moda e rappresenta un concetto di unicità dell'abito. Esso è indirizzato ad un mercato di nicchia e non mi riferisco solo ai capi in passerella, ma anche al made on mesure. Capi realizzati per tutti quei clienti che desiderano un capo personale da provare prima dell’acquisto e che verrà cucito rigorosamente a mano con materiali pregiati e di alto livello.
E’ di “moda” infatti permettere al cliente di personalizzare i capi per renderli UNICI.
Ringrazio infinitamente Antonella Rossi per avermi rilasciato questa intervista. Molto interessante da proporre ai miei lettori, e molto utile anche per me e per la mie Consulenze di Immagine.
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Verissimo Barbara, Antonella è una persona e una professionista speciale.
I suoi abiti sono perfetti e unici nessuno è uguale all'altro